L'installazione di Linux è ormai una operazione piuttosto semplice, visto il progresso evidente che molte distribuzioni hanno avuto negli ultimi anni in termini di facilità d'uso.
Nonostante questo esistono alcune informazioni fondamentali che vanno conosciute, in particolare per i casi in cui si intende installare Linux su un computer dove è già installato, e si vuole mantenere, Windows.
Sapere com'è il proprio sistema, come e dove si vuole installare Linux, nel caso sia presente già un altro sistema operativo, è fondamentale, per cui è bene assicurarsi, prima di procedere, di conoscere le informazioni di base riguardo a:
- Hardware a disposizione. Solitamente durante l'installazione il proprio hardware viene rilevato automaticamente, ma possono esserci rari casi in cui questo non accade. In genere se si usa un PC standard con una nuova distribuzione non ci sono problemi nel riconoscimento di componenti e periferiche.
- Sapere quali e quanti Hard Disk sono presenti sul sistema, come sono partizionati, quali sono cancellabili. Queste informazioni sono visualizzabili durante l'installazione, ma si deve essere certi di sapere dove sono i dati (per esempio, una installazione di Windows esistente) che non si vogliono cancellare.
- Configurazione di rete, se prevista (indirizzo IP, subnetmask, nome macchina, server DNS).
- Il tipo di attività che si intende fare con Linux (si userà come workstation o come server? si installa su un portatile? Si ha idea di quale software si vorrà usare?).
Gli scenari possibili sono vari, dipendono dalle singole situazioni e possono riassumersi in questi casi generali:
- Installazione su un computer esclusivamente dedicato a Linux (con o senza dati presenti sull'hard disk, che comunque si intende cancellare). Questo è il caso più semplice e se si ha a che fare con hardware non particolarmente esotico (normale PC, di marca, o assemblato, con processore Pentium o superiore) non dovrebbe creare alcun problema con una distribuzione recente.
- Installazione su un PC dove è già presente Windows e si ha a disposizione un hard disk libero o una partizione completamente libera all'interno dell'hard disk con Windows. Anche in questo caso l'installazione può procedere senza particolari problemi: durante le sue fasi verranno evidenziate le partizioni presenti sull'hard disk e sarà possibile decidere di utilizzare per Linux quelle libere, senza toccare quelle in cui si trova Windows.
- Installazione su un PC dove è presente Windows e non è disponbile un hard disk aggiuntivo, spazio non partizionato o una partizione sacrificabile. Questo purtroppo, oltre ad essere il caso più ostico, per un normale computer domestico, è anche il più comune. In queste situazioni si possono seguire diverse strade:
-- Provare Linux con un Live CD (come Knoppix) che permette di usare Linux senza installarlo sull'harddisk, eseguendo il boot direttamente dal CDROM. Non è una soluzione definitiva (un sismile approccio ha degli inevitabili limiti e minori performance) ma può essere un ottimo modo per iniziare a familiarizzare con Linux senza alcun bisogno di installarlo e in completa sicurezza.
-- Procurarsi un hard disk aggiuntivo (di 1 GB o più) e aggiungerlo al proprio PC (indicativamente come Secondary Master, lasciando Windows sul Primary Master) per poterlo usare liberamente con Linux.
-- Creare dello spazio sull'hard disk esistente: se si hanno partizioni quasi vuote, spostare i dati presenti, in altre partizioni Windows e "sacrificare" la partizione semi-vuota per l'installazione Linux; alternativamente considerare la possibilità di usare strumenti come Fips o Partition Magic per Windows o Parted per Linux (lanciato da un Live CD) per ridurre la dimensione delle partizioni esistenti e creare spazio per Linux.
Fare massima attenzione a simili procedure: se fatte in modo scorretto o interrotte (per esempio da un blackout) possono definitivamente compromettere i dati presenti sul proprio hard disk. Un backup preventivo dei propri file, seppur di solito non necessario, è generalmente consigliato.
-- Installazione su PC con hardware particolare o architetture non basate su processori tipo Intel o AMD (i386).
In questi casi la procedura di installazione può essere più complicata (per la richiesta di driver aggiuntivi per gestire l'accesso al disco) o non riconoscere alcuni dispositivi e schede (per esempio i modem interni).
Se si vuole installare Linux su Mac o sistemi con architettura non Intel-like, sono necessarie distribuzioni particolari e procedure a volte più complesse.
Una scelta importantissima è quella della configurazione hardware, dal numero di interfacce di rete al numero di processori, dalla dimensione dei dischi fissi a quanta ram utilizzare.
Ormai Linux offre una vasta compatibilità con la maggior parte dell'hardware esistente, sia direttamente a livello di kernel ufficiale, sia con driver rilasciati direttamente dai produttori, inoltre, per il vero hacker, avendo a disposizione i sorgenti del kernel, c'è sempre la possibilità ultima di scriversi autonomamente i propri driver.
Segue un breve quadro sulla scelta dell'hardware, si rimanda ai link indicati per informazioni più dettagliate:
CPU
Le distribuzioni standard contengono un Linux predisposto per processori Intel Based a 32 bit. (dal 386 al Pentium 4 Intel, oltre a compatibili quali AMD Athlon, Cyrix, Transmeta ecc.) Se si vuole installare Linux su un Mac, una Sun o un Compaq Alpha si deve trovare una distribuzione per PowerPC, Sparc o Alpha.
La potenza del processore dipende ovviamente dalle applicazioni usate, un Pentium 2 o superiore basta per normali applicazioni server senza eccessivo carico. Esiste il supporto multiprocessore.
RAM
Come sempre, più ce n'è, meglio è. Se si usa Linux senza interfaccia grafica, le esigenze sono modeste: 64Mb bastano per un sistema base, ma sono ovviamente da aumentare per server che devono gestire volumi di traffico medio/alti o ospitare applicativi pesanti.
HARD DISK
La scelta fra un sistema (E)IDE o SCSI dipende essenzialmente dal budget a disposizione. In genere, prima di pensare ad un sistema SCSI è opportuno "carrozzare" la macchina con un buon processore e abbastanza memoria. Il supporto per schede SCSI è ottimo.
CDROM - FLOPPY
Un normale CD-ROM IDE o SCSI basta e avanza (di fatto, per un server, serve solo in fase di installazione). Il floppy può mancare se la motherboard supporta il boot direttamente dal CD (funzione comune in tutte le motherboard non vecchie). E' disponibile il supporto di CD-RW.
SCHEDA VIDEO
Per un server (su cui si avrà soltanto l'interfaccia a caratteri) basta una semplice VGA. Per un desktop con interfaccia visuale il minimo è una SVGA.
E' disponibile l'accelerazione 3D su schede che supportano OpenGL.
SCHEDA RETE
Si consiglia una scheda ethernet 10/100. Esistono driver per alcune schede gigabit, ma è opportuno verificarne l'esistenza per il proprio hardware.
Esiste anche il supporto per Token Ring, schede wireless e WAN cards.
ACCESSORI MULTIMEDIALI
Per un server non sono necessarie schede audio o accessori multimediali. I kernel dalla 2.4 in su, comunque supportano le Sound Blaster Live e Audigy, schede audio meno recenti e le periferiche USB. Esiste anche il supporto Firewire.
MODEM
I modem esterni (analogici o ISDN) su interfaccia seriale (meglio) o USB sono normalmente utilizzabili.
Possibili complicazioni esistono per modem interni (Winmodem), che in genere sono sconsigliabili e tipicamente si trovano su portatili.
Molte distribuzioni hanno una propria pagina dedicata all'hardware supportato. Seguire i link per dettagli.
Considerare che il supporto hardware di Linux dipende dal kernel più che dalle singole distribuzioni.
Una distribuzione più recente ha maggiori probabilità di supportare una gamma maggiore di hardware, avendo, presumibilmente, un kernel più recente.
L'installazione di Linux si può eseguire seguendo metodi differenti: generalmente si usa il CD-ROM (ogni PC almeno dal 1998 in poi permette il boot diretto da CD) oppure via floppy ma sono possibili anche installazioni centralizzate via rete (via http, ftp, nfs, smb) particolarmente utili quando si devono gestire ed installare un gran numero di macchine.
Il primo e fondamentale punto da considerare è lo spazio su hard disk dove installare il sistema operativo.
E' necessario avere a disposizione un hard disk almeno parzialmente libero. Qualora fosse necessario liberare spazio su disco e creare una partizione, si può usare il programma Parted, gratuito per Linux e presente su un Live CD come Knoppix, o programmi per Windows come Partition Magic (commerciale) o Fips (gpl).
Solo quando si è sicuri di avere una partizione o un hard disk disponibile (i dati eventualmente presenti verrebbero cancellati), si può procedere con l'installazione vera e propria.
Sebbene ogni distribuzione utilizzi un proprio tool di setup, le procedure sono generalmente le stesse:
- Viene caricato da CD o floppy di boot un sistema Linux temporaneo, tramite il quale è possibile lanciare il tool di installazione ed eseguire tutte le operazioni previste.
- Viene partizionato lo spazio su disco disponibile secondo i criteri definiti dall'utente;
- Vengono formattate le partizioni create, con il filesystem scelto;
- Si selezionano i programmi da installare, scegliendoli individualmente o selezionando delle impostazioni di default a seconda del tipo di sistema che si sta creando: desktop, server, stazione di sviluppo, laptop ecc. Il sistema provvede automaticamente ad installare le dependencies (pacchetti non selezionati dall'utente ma necessari per poter far funzionare quelli scelti). Se il computer è per un uso personale (desktop) e lo spazio su Hard Disk non manca ( > 2Gb ) ci si può sbizzarrire ad installare un po' di tutto, per verificare la funzionalità di programmi diversi. I programmi scelti vengono copiati sulle partizioni appena formattate.
- Si sceglie se installare l'interfaccia a finestre X window o lasciare soltanto la shell (interfaccia testuale). Se la macchina che si sta installando è destinata a diventare un server si consiglia di rimuovere ogni programma legato a X window ed ogni applicazione ludica/multimediale.
- Si inseriscono parametri relativi alla configurazione di rete, password dell'utente root, eventuali utenti aggiuntivi, servizi da avviare al boot ecc.
- Si installa sul Master Boot Record (MBR) del computer un Linux Loader (LILO o GRUB sono i più comuni) che permette il boot di Linux al riavvio e di eventuali altri sistemi operativi presenti sul sistema.
- Si crea, facoltativamente, un floppy disk di ripristino che permette di caricare il sistema installato in caso di problemi con l'MBR o altri fasi del boot.
Alla fine dell'installazione si esegue un reboot e ci si ritrova, da subito (non sono necessari ulteriori riavvii) un sistema Linux completo, già provvisto di una moltitudine diprogrammi per tutti gli usi.
Il tempo totale di installazione può variare generalmente dai 20 ai 60 minuti.
In ambienti Unix e quindi anche su Linux esistono differenze fra i vari utenti, definite dai permessi e dall'acceso ai file e comandi che un'utente può lanciare.
Per convenzione i semplici utenti possono scrivere, leggere e modificare file solo all'interno del loro ambiente (home) e lanciare comandi che non influiscono sulla configurazione o il corretto funzionamento del sistema.
Per poter accedere completamente alle risorse del sistema bisogna accedere al sistema come superuser ovvero impersonificando l'utente root.
In fase di installazione di una macchina Linux si consiglia di scegliere una password di root piuttosto complicata (ma che si possa ricordare) e di creare immediatamente un normale utente con il quale eseguire le proprie funzioni più comuni.
In particolare si consiglia, per motivi di sicurezza, di non lanciare mai X window (l'interfaccia a finestre disponibile su Linux) come utente root su una macchina che ha accesso a reti esterne.
L'utente root è diverso dagli altri, in quanto ha pieno controllo del sistema.
Può infatti:
- Aggiungere, eliminare, modificare e cambiare la password degli altri utenti
- Installare e configurare tutti i servizi del sistema
- Accedere senza limitazioni (lettura e scrittura) a tutti i file presenti nel filesystem
- Gestire (avviare, terminare, modificare la priorità) tutti i processi
- Gestire l'hardware del computer
- Distruggere tutto con un solo comando (e tante altre brutte cose, il potere di root sul sistema è assoluto).
Inutile sottolineare che è molto importante che l'accesso a root sia limitato solo al proprietario o all'amministratore del sistema.
Qualunque appassionato di informatica o anche semplice curioso dovrebbe essere interessato a provare Linux e iniziare a vedere direttamente come funziona.
Per i pigri, gli insicuri o coloro che non se la sentono di fare una normale installazione di Linux sul proprio PC, esistono e sono ormai consolidate varie distribuzioni "LIVE" che permettono il caricamento di Linux direttamente dal CDROM, senza la necessità di installare alcunchè sul proprio prezioso e fragile hard disk.
Queste distribuzioni che bootano direttamente un sistema Linux completo dal CDROM possono essere usate in varie occasioni:
- Dimostrazioni dal vivo, in tempi rapidi, senza le potenziali complicazioni di un'installazione su Hard Disk;
- System Recovery, con la possibilità di operare sul sistema locale senza averlo bootato;
- Network monitoring in situazioni straordinarie, con la possibilità di sniffare, diagnosticare, eseguire test;
- Prove e valutazioni rapide e innocue di un sistema Linux sul proprio PC, senza il rischio di far danni.
Citiamo alcune delle distribuzioni LIVE CD più significative, si raccomanda sempre di utilizzare le più recenti e di considerare che l'esecuzione di molteplici applicazioni richiede memoria che va paginata sull'hard disk, se non basta la RAM.
In genere è fondamentale che la distribuzione riconosca la propria scheda di rete o modem, nel momento in cui questo avviene la configurazione del networking diventa semplice (tramite DHCP o configurazione manuale).
Alcune schede sonore o periferiche particolari (winmodem, schede integrate su motherboard ecc.) possono non essere rinosciute.
KNOPPIX - Impressionante, efficace e comoda.
Il tedesco Klaus Knopper ha fatto un gioiello di immagine ISO, basata su Debian. Due Gigabyte di software compresso su un CD di quasi 700 Mb (o molto di più nella versione DVD), un boot rapido ed efficiente nel riconoscimento dell'hardware locale, la possibilità di eseguire moltissimi programmi da un ambiente grafico completo (KDE di default) ne fanno la distribuzione ideale sia per dimostrazioni e valutazioni che per system recovery e network analysys.
In caso di carenza di RAM crea dello SWAP space sull'hard disk e per chi si affeziona puo' essere installato su Hard Disk.
KNOPILS - Il Knoppix italiano
KnopILS (il cui nome vuole ricordare KNOPPIX e ILS) è una KNOPPIX modificata con queste caratteristiche particolari:
- i pacchetti .deb installati appartengono tutti al ramo free di Debian GNU/Linux (o consentono una classificazione equivalente nel caso di pacchetti non ufficiali)
- la schermata di boot è in italiano
- la schermata ``F2`` iniziale è in italiano
- la tastiera predefinita è quella italiana
- la lingua predefinita è l'italiano
- quando possibile, sono presenti pacchetti localizzati
- altre modifiche minori (grafica, bug fixing ecc...)
Morphix - Derivazione modulare di Knoppix
Live cd basato su debian sid e derivato da Knoppix, è possibile vedere più ambienti grafici (Gnome, KDE, XFCE) in base alla iso che si utilizza. Comoda ed aggiornata ha la possibilità di essere customizzata in modo modulare ed installata su Hard Disk in modo estremamamente semplice.
LINUX BOOTABLE BUSINESS CARD Un Linux su una Business Card CD
In poco più di 100 Mb di CD (basta un Mini CD) permette il boot da CD di un sistema Linux grafico con un tool di diagnostica utili e gli strumenti essenziali per un system recovery (fdisk, lilo...).
LINUXCARE BOOTABLE TOOLBOX Essenziale e pratica.
Distribuzione che deriva dalla precedente e ne mantiene le caratteristiche.
Preente un pratico menu di diagnosi e setup del sistema.
DEMO LINUX Una derivazione Live basata su Mandrake e ben fornita.
Gnome, KDE, StarOffice, Gimp, Netscape e molti altro software comune in Linux.
DYNE:BOLIC A network streaming server on CD.
Curioso Live CD, che carica un ambiente grafico basato su Enlightement e presenta i programmi essenziali per l'uso di Internet e una suite di strumenti, basata sul software MUSE e il network PublicVoice per imbastire uno streaming server velocemente e facilmente. Puo' essere usato come un rapido sistema per mettere online una Internet Radio da qualsiasi postazione.
BACK TRACK - Probabilmente il LIVE CD relativo alla sicurezza più completo ed efficace. Comprende moltissimi e non comuni programmi relativi alle diverse facce del variegato mondo della sicurezza. E' basata su Slax, una Live a sua volta basata su Slackware.
Creato un file di configurazione .ks e messo a disposizione sul kickstart server o su un floppy, è possibile avviare l'installazione tramite kickstart.
L'operazione comune per qualunque media che verrà utilizzato per l'installazione è l'avvio del sistema con il boot dai device tradizionali come cd-rom o dischetto.
Al prompt di boot, specificando alcuni parametri è possibile indicare al sistema quale media dovrà utilizzare ma soprattutto dove risiede il file di configurazione per iniziare l'installazione.
Ammettiamo di avere un dischetto contenente sia l'immagine sia il file di configurazione, il comando al boot sarà:
boot: linux ks=floppy
oppure se il file di configurazione si chiama in modo diverso da quello di default (ks.cfg) è possibile specificarlo nel seguente modo:
boot: linux ks=hd:fd0/pippo.cfg
Nel caso in cui il file risieda nel cd-rom lanciare il seguente comando:
boot: linux ks=cdrom:/[path]
Comando di avvio in caso il file di configurazione risieda su un web o NFS server:
boot: linux ks=nfs:[server]:/[path]
boot: linux ks=http://[server]/[path]
In entrambi i casi sarà un dhcp server ad assegnare un indirizzo di rete.
Gli esempi sopra illustrati sono gli esempi delle modalità più utilizzate ma è possibile caricare il file di configurazione sia da un file system locale oppure tramite il dhcp server il quale assegnerà un ip e tutti i parametri necessari per raggiungere il file di configurazione.
Nel caso in cui il sistema preveda più interfacce di rete è possibile specificare tramite la seguente opzione quale interfaccia abilitare per l'installazione.
ksdevice=[device]
Esempio:
boot: linux ks=http://192.168.0.10/distro/servermail.ks ksdevice=eth2
Installazione dei driver ATI nel nostro pinguino.
L’ATI non fornisce drive ufficiali per il nostro pinguino, a ciò viene in nostro aiuto XFree86 4.3.0. Entriamo nella modalità console, digitando linux 3 dalla shell, ed editiamo il file di configurazione. Quest’ultimo risiede in /etc/X11/XF86Config oppure /etc/X11/XF86Config-4. il file contiene tutte le istruzioni della scheda video, monitor. Il file si può creare da zero, ma possiamo farlo creare, molto semplicemente da X, digitando:
XFree86 –configure
Il monitor diventerà nero per qualche secondo, dopo di che verrà creato il file XF86Config.new, testabile col comando:
XFree86 –xf86config /root/XF86Config.new
Dopo alcuni secondi apparirà la schermata grigia di X con il cursore a crocetta, per uscire da questa schermata basta premere
CTRL + ALT + Backspace
SMART è l'acronimo di Self-Monitoring, Analysis and Reporting Technology ed indica una tecnologia implementata su hard disk EIDE e SCSI capace di raccogliere informazioni sulle condizioni dell'hard disk.
Implementare questo tipo di tecnologia su un server, per esempio, risulta molto comodo in quanto permette all'amministratore di sistema di potere intervenire tempestivamente in caso di failure dell'hard disk.
E' sufficiente editare il file /etc/smartd.conf
in modo tale che in caso di variazione invii una mail all'amministratore di sistema:
/dev/hda -d ata -H -m [email protected]
Dove:
/dev/hda --> l'hard disk da monitorare
-d --> tipo di tecnologia: EIDA/ATA o SCSI
-H --> stato di salute dell'hard disk
-m ...@.... --> invia una mail all'amministratore
Un piccolo excursus sul processo di installazione di Slackware 9.1
Cos'ha di difficile la Slackware? Il processo di installazione testuale ci spaventa? Non più di tanto. Vediamo perchè.
1. Accendiamo il computer
Per questa fase occorrono due ingredienti: il boot da CD deve essere abilitato ed il CD di Slackware deve trovarsi nel CD-ROM o nel DVD che verrà letto per primo.
Per impostare il dispositivo di boot bisogna cambiare le impostazioni del BIOS del computer, anche se su tutte le macchine recenti questa impostazione è già presente.
Per mettere il CD nel lettore prima che questo venga letto abbiamo due soluzioni: giocare di agilità ed aprire il cassettino, inserire il CD e chiudere il cassettino il più presto possibile oppure avviare il computer normalmente, inserire il CD e riavviarlo. La prima soluzione è per i più agili e temerari.
2. Scegliamo il Kernel
Dopo pochi secondi, una schermata ci intima di scegliere un kernel con cui avviare il nostro PC. Questo perchè chi mantiene Slackware si è premurato di compilare diversi kernel che supportano tipi di periferiche differenti. Per esempio le periferiche SCSI.
Semplicemente premendo invio il computer verrà avviato con il kernel bare.i che contiene i driver delle periferiche comunemente presenti sui PC. Se siete in dubbio, forse questa è la scelta migliore. premendo F2 ed in seguito F3 vengono mostrati dettagli più precisi ed un elenco degli altri kernel disponibili.
3. Scegliamo la lingua della tastiera
A questo punto ci viene intimato di scegliere la lingua della tastiera premendo il tasto 1. Viene mostrato quindi un elenco di mappature, nella maggior parte dei casi la qwerty/it.map è quella che fa per noi.
In ogni caso abbiamo la possibilità di provare la tastiera prima di confermare la nostra scelta.
Se la tastiera è corretta, un 1 confermerà la nostra scelta.
4. Il login
Dopo la scritta slackware login: dobbiamo solamente scrivere root
. Adesso abbiamo i permessi necessari per compiere l'installazione.
5. Partizioniamo il disco
Siamo di fronte alla shell che attende paziente un nostro comando. Il nostro scopo è di preparare il disco fisso del computer in modo da ospitare agevolmente Slackware. Digitiamo cfdisk /dev/hda
. Stiamo chiedendo alla shell di avviare il programma di partizionamento sul disco Master del canale primario. Se volete il vostro pinguino su un altro disco, basta cambiare il nome del dispositivo. /dev/hdb è lo Slave sul canale primario, /dev/hdc è il Master sul canale secondario e /dev/hdd è lo Slave sul canale secondario.
Dobbiamo creare almeno 2 partizioni: una partizione di Swap ed una partizione Linux avviabile. In cfdisk le frecce direzionali ci fanno muovere fra le varie partizioni sul disco e il tasto Tab cicla sui comandi.
6. Lanciamo il setup
Una volta partizionato il disco usciamo da cfdisk con il comando quit
. Il prossimo passo sarà digitare il comando setup
. Ci appare una maschera che riassume i passi che ancora ci mancano per completare l'installazione. Con le frecce direzionali scegliamo ADDSWAP. L'installer cerca la partizione di swap sul disco e ce la suggerisce. In genere è la scelta azzecata. Rispondiamo yes e attendiamo la formattazione della partizione.
La prossima scelta riguarda la partizione su cui verrà installato GNU/Linux. L'installer ci chiederà anche il tipo di filesystem. Non facciamoci intimorire e scegliamo reiserfs.
Fatto anche questo, indichiamo al sistema di installare Slackware da un CD e di riconoscerlo automaticamente. Per fare questo basta pigiare invio due volte nelle maschere successive.
7. Scegliamo i pacchetti
La maschera successiva ci elenca l'insieme dei pacchetti presenti sul CD. A seconda delle nostre esigenze, e dello spazio su disco che abbiamo a disposizione, possiamo installare più o meno applicazioni. Diciamo che la selezione di default è per un sistema Desktop grafico che i PC attuali possono tranquillamente sopportare. Se siamo insicuri, diamo l'ok. Chi ha un minimo di esperienza può selezionare i pacchetti che più si addicono all'utilizzo che farà del computer.
Le frecce direzionali ci spostano fra i vari pacchetti e la barra spaziatrice selezione e deseleziona i pacchetti.
Ci viene chiesto inoltre livello di prompting vogliamo. La scelta full fa fare tutto in automatico all'installer che installerà tutti i pacchetti delle categorie che abbiamo scelto.
Attendiamo pazientemente che tutto il software sia al suo posto.
8. Scegliamo il Kernel
Ma come, non lo abbiamo già fatto? Si, ma questa volta la selezione dei kernel è più ampia e comprende anche il supporto per l'ACPI che durante l'installazione non serve.
9. Ultimi ritocchi
Questa serie di ritocchi è una configurazione preliminare della nostra Slackware. Come prima cosa ci viene chiesto di creare un dichetto di avvio. Facciamolo, potrebbe servire.
La selezione del modem facilita la configurazione dell'accesso a Internet. Ci viene chiesta la porta che comunica con il modem, se il modem è esterno le scelte COM1 e COM2 potrebbero essere le più azzeccate.
Attiviamo il sistema di Hotplug rispondendo affermativamente alla domanda seguente.
10. Installiamo Lilo
Ci viene richiesta la modalità di installazione. Simple tenta di identificare le partizioni Linux avviabili. Purtroppo è stato tolto il supporto per le partizioni Windows. In ogni caso, possiamo installare Lilo su un floppy, in modo tale da non danneggiare o sovrascrivere il Master Boot Record dell'hard disk. Questo comporterà un paio di secondi in più spesi durante l'accensione del computer.
11. Ultime scelte
Ci viene chiesto che tipo di mouse abbiamo in dotazione. Per un computer recente le risposte migliori sono PS2 o, al limite, USB.
Lasciamo stare la configurazione di rete e passiamo alla selezione dei servizi da avviare al boot. Consiglio CUPS per gestire la stampante e, se siete dei webdesigner, non potete mancare httpd e mysqld, rispettivamente web server e database server.
Possiamo scegliere inoltre i font per la console. Sinceramente, alcuni sono molto carini, ma quello di default è sicuramente il più funzionale.
Configuriamo l'orologio scegliendo la zona geografica in cui abitiamo da un lungo elenco di stati e paesi.
Come ultimo passo ci viene chiesto di inserire una password per l'utente root. Facciamolo e cerchiamo di ricordarci la password, è molto importante.
Fatto questo, usciamo e riavviamo il computer.
Happy Slackware a tutti!
Installando RedHat su sistemi equipaggiati con il raid ide hardware della Promise FastTrack è possibile incappare in problematiche di compatibilità hardware.
Un modo per poter risolvere questo tipo di problematica è quello di appoggiarsi ad altri driver non inclusi nella distribuzione,disponibili al seguente indirizzo: http://members.rogers.com/sith.warrior/build.htm.
Questi driver si possono installare sia su sistemi già esistenti oppure durante l'installazione della distribuzione stessa cosa per altro consigliate per evitare ulteriori problematiche con la configurazione dei boot loader (lilo,grub) poichè i sistemi ide verranno visti come device scsi.
Preparazione del disk driver
Download dei driver
[neo@dido neo]$ wget http://members.rogers.com/sith.warrior/ft-rh789.zip
[...]
unzip e copia dei file su un dischetto formattato dos
[neo@dido neo]$ mkdir driver-fast
[neo@dido neo]$ mv ft-rh789.zip driver-fast/
[neo@dido neo]$ cd driver-fast/
[neo@dido driver-fast]$ unzip ft-rh789.zip
Archive: ft-rh789.zip
inflating: pcitable
inflating: setup-ft
inflating: FT-ioctl.txt
inflating: readme.txt
extracting: rhdd-6.1
extracting: 1.02.0.25up
inflating: modules.cgz
extracting: modules.dep
inflating: install
inflating: modinfo
[neo@dido driver-fast]$ mount /mnt/floppy/
[neo@dido driver-fast]$ cp * /mnt/floppy/
[neo@dido driver-fast]$ umount /mnt/floppy/
Installazione in un sisteme pre-esistente
Montare il driver disk e lanciare lo script install.sh
[neo@dido neo]$ mount /mnt/floppy/
[neo@dido neo]$ sh /mnt/floppy/install
Verificare l'impostazione del boot loader ed eseguire il reboot.
Installazione dei driver durante l'installzione di Redhat
Al boot del cd-rom lanciare il kernel con le seguenti opzioni:
boot:linux ide0=0x1f0,0x3f6,14 ide1=0x170,0x376,15 ide2=0 ide3=0 ide4=0 ide5=0 ide6=0 ide7=0 ide8=0 ide9=0 expert
Quando viene richiesto di inserire disco contenente driver aggiuntivi, inserire il driver disk creato precedentemenete e premere ok.
I driver verranno caricati e inclusi nel kernel che verrà installato sul sistema.
Al momento della configurazione del boot loader bisogna aggiungere i seguenti parametri per il boot:
ide0=0x1f0,0x3f6,14 ide1=0x170,0x376,15 ide2=0 ide3=0 ide4=0 ide5=0 ide6=0 ide7=0 ide8=0 ide9=0
Da sottolineare che i device ide ora verranno visti come device scsi ; supponiamo di avere due soli hard disk hde e hdg verranno visti,dopo l'installazzione dei driver, come un unico device scsi sda.
Nell'eventualità di warning o errori premere ignore per procedere con l'installazzione.
Completata l'installazzione alla finestra di "congrutalazioni" accedere ad una shell premendo Ctrl-Alt-F2 e lanciare i seguenti comandi:
bash-2.05b$ umount /tmp/fd0
bash-2.05b$chroot /mnt/sysimage
bash-2.05b$ mount /dev/fd0 /mnt
bash-2.05b$cd /mnt
bash-2.05b$ shsetup-ft
bash-2.05b$ cd /
bash-2.05b$ umount /mnt
premere Ctrl-Alt-F7 per ritornare alla schermata di congratulazioni e premere exit per concludere l'installazione.
Per maggiori dettagli fare riferimento al sito ufficiale ed al file readme.txt all'interno dello zip file.
Prima di poter installare GNU/Linux occorre procurarsi una distribuzione di questo sistema operativo. Le distribuzioni di GNU/Linux esistenti sono molte; ciò è sicuramente un sintomo positivo dell'importanza che questo sistema sta avendo. Il problema per l'utente sta nello scegliere.
È molto difficile consigliare in modo generalizzato una distribuzione particolare, perché nessuna è migliore delle altre; ognuna interpreta a suo modo le esigenze dell'utenza, ponendo l'accento su certe caratteristiche e trascurandone altre. Di sicuro, chi intende utilizzare GNU/Linux in modo sistematico farebbe bene a provarne alcune prima di decidere quale offre per sé i vantaggi migliori.
In passato, la scelta di una distribuzione rispetto alle altre era motivata dalla difficoltà con cui queste potevano essere ottenute; spesso si cominciava a utilizzare GNU/Linux con un CD-ROM allegato a un libro o a una rivista, dal momento che era un po' difficile lo scarico diretto da Internet. Oggi le riviste specializzate pubblicano con maggiore frequenza le distribuzioni GNU/Linux più comuni; inoltre è anche possibile acquistare tranquillamente con una carta di credito attraverso Internet, presso aziende specializzate nella masterizzazione di CD-ROM, a un prezzo medio di 2 USD (dollari USA) per CD-ROM. Vale la pena di citare le distribuzioni più comuni, indicando alcune delle caratteristiche.
ZipSlack
La distribuzione ZipSlack è una riduzione della distribuzione Slackware, descritta più avanti, che può essere installata facilmente all'interno di un file system Dos-FAT. Può essere ottenuta dall'URI
è adatta agli utenti che utilizzando Dos o MS-Windows, non vogliono affrontare un'installazione normale di un sistema GNU/Linux standard, mentre desiderano iniziare a studiare questo sistema operativo;
possono essere installati i pacchetti della distribuzione Slackware.
Red Hat
La distribuzione GNU/Linux Red Hat è ottenibile presso l'URI
è adatta agli utenti con poca conoscenza dei sistemi Unix -- eventualmente può essere scelta una modalità di installazione semiautomatica, in cui l'utente è sollevato dall'onere di scegliere i pacchetti applicativi;
gli archivi dei pacchetti che compongono la distribuzione sono in formato RPM (Red Hat package manager) e la loro gestione è relativamente semplice;
al termine dell'installazione, il sistema ha già una buona configurazione di partenza, completa di piccoli accorgimenti per gli utenti meno esperti;
la versione pubblicata direttamente dalla Red Hat potrebbe contenere alcune applicazioni proprietarie per le quali è consentita una sola installazione, per cui, se si vuole installare GNU/Linux su più elaboratori, occorre fare attenzione a non installare questi programmi.
SuSE
La distribuzione GNU/Linux SuSE è ottenibile presso l'URI
La distribuzione SuSE è nata come una variante tedesca della distribuzione Slackware, tanto che oggi ci sono ancora alcune affinità con quella distribuzione, anche se utilizza attualmente il sitema RPM per la gestione dei pacchetti software. Alcune caratteristiche:
è adatta agli utenti con poca conoscenza dei sistemi Unix;
il programma di installazione e di configurazione è molto raffinato;
gli archivi dei pacchetti che compongono la distribuzione sono in formato RPM (Red Hat package manager) e la loro gestione è relativamente semplice;
al termine dell'installazione, il sistema ha già una buona configurazione di partenza;
la versione pubblicata direttamente dalla SuSE potrebbe contenere alcune applicazioni proprietarie per le quali è consentita una sola installazione, per cui, se si vuole installare GNU/Linux su più elaboratori, occorre fare attenzione a non installare questi programmi.
Slackware
La distribuzione GNU/Linux Slackware è ottenibile presso l'URI
è una distribuzione adatta agli utenti che hanno una buona conoscenza dei sistemi Unix, tuttavia, l'installazione è un po' complicata e tende a scoraggiare l'utente inesperto;
permette l'installazione su un file system UMSDOS, cioè su una partizione già utilizzata per il Dos;
non dispone di un sistema efficace per la gestione degli aggiornamenti: si rischia spesso di lasciare in giro file che non servono più e non esiste un controllo delle dipendenze.
Debian
La distribuzione GNU/Linux Debian è ottenibile presso l'URI
Questa distribuzione è realizzata da un gran numero di volontari e tutto è organizzato per facilitare la coordinazione di queste persone. Un aspetto molto importante della politica della distribuzione è l'attenzione alle licenze e ad altre restrizioni legali dei paesi occidentali, per cui i pacchetti, oltre che contenere sempre le informazioni sulla licenza, ricevono anche una classificazione di massima che consente di capire sommariamente il genere di libertà o di restrizioni che comporta l'installazione di questi. Alcune caratteristiche:
è adatta agli utenti che hanno una buona conoscenza dei sistemi Unix, mentre il principiante può avere difficoltà a installarla;
gli archivi dei pacchetti che compongono la distribuzione sono in formato Debian (.deb) e il sistema di gestione relativo è molto efficace;
data la complessità del sistema di gestione dei pacchetti Debian, il programma che guida nell'installazione dei pacchetti è altrettanto complicato da utilizzare.
Riproduzioni economiche di distribuzioni GNU/Linux
Le distribuzioni commerciali di GNU/Linux, come Red Hat e SuSE, sono vendute direttamente dalle rispettive case produttrici, assieme a documentazione specifica e ad assistenza di vario tipo. Esiste però la possibilità di procurarsi queste e altre distribuzioni GNU/Linux a prezzi più convenienti da aziende specializzate nella masterizzazione, che operando legalmente, prelevano il materiale da Internet e lo distribuiscono senza offrire alcun supporto tecnico. Le aziende seguenti riproducono CD-ROM a un prezzo medio di 2 USD per unità:
Cheapbytes
Linux Systems Labs
Linux Mall
Eventualmente, si può dare un'occhiata anche a
Se si deve usare un floppy disk per poter eseguire l'installazione (perchè la propria motherboard è tanto antica da non supportare il boot direttamente da CDROM) è necessario creare un dischetto di boot.
Nei CDROM con le distribuzioni Linux più comuni esiste il programma RAWRITE eseguibile sotto DOS, che permette di scegliere l'immagine di un floppy (di solito sono dei file di dimensioni 1.44 Mb con estensione .img) da copiare un un dischetto vuoto.
Per semplicità si può copiare rawrite e le immagini che servono in c: di un windows e poi eseguire da DOS: C:\rawrite.exe
, specificare l'unita floppy in cui è inserito un dischetto vuoto (es: A:) e l'immagine che si vuole metteres su floppy (es: boot.img).
Il floppy così creato potrà essere utilizzato per fare un boot tramite il quale procedere con l'installazione di Linux da un CDROM.
Per evitare complicazioni che possono rendere impossibile l'avvio di Linux su sistemi con un BIOS non recente (che non supporta le funzioni "Extended INT13"), è consigliabile installare sia il bootloader (LILO) che il kernel in una partizione che è completamente inclusa nei primi 1023 cilindri dell'hard disk di boot.
Si consiglia quindi di tenere la directory dove è presente il kernel (di solito, /boot
) in una partizione dedicata, di almeno 10 Mb.
Questo requirement può diventare un problema su macchine con doppio sistema operativo, dove, tipicamente, la partizione dedicata a Windows è particolarmente grossa e copre i primi 1024 cilindri dell'hard disk di boot.